sábado, 7 de febrero de 2009

La politica si fà spettacolo, ed i cittadini ne pagano le spese


Sono passati già tre anni da quando con una comunicazione, a dir poco gradita l’allora Presidente del CRAM Donato Di Matteo, mise a disposizione la considerevole cifra di 500 mila euro per risolvere il problema dei nostri corregionali indigenti in Venezuela.
La decisione nata dopo aver toccato con mano, in un viaggio qui in Venezuela, le necessità di quella parte della nostra comunità giunta all’età della pensione e con grandi problemi di salute, che seppur minoritaria, presentava disagi e bisogni che andavano in qualche modo risolti.
La parte più sensibile della nostra collettività si mise subito in movimento, si fecero progetti si individuarono soluzioni, si creò una Fondazione che potesse gestire il denaro e si restò in attesa che le promesse si concretizzassero.
A dir il vero per onestà di cronaca l’attesa non fù proprio pacifica e come quasi sempre succede nel mondo dell’ associazionismo, soprattutto qui in Venezuela, i protagonismi di alcuni prevaricarono gli interessi e le finalità di un’iniziativa che andava concretizzata nel più breve tempo possibile.
Si perse molto tempo nel decidere organigrammi e cariche e come spesso succede in questi casi la politica fece nel frattempo scelte diverse, i soldi promessi furono inghiottiti dal buco nel bilancio sanitario, le promesse se pur lodevoli furono considerevolmente ridimensionate.
Nel frattempo i bisognosi, vere vittime di una politica degli annunci facili e dei protagonismi personali, stavano alla finestra a guardare, i problemi aumentavano senza che nessuno potesse dargli risposta e la sfiducia nelle iniziative ufficiali faceva si che la già naturale ritrosia, di queste persone, a denunciare la loro condizione di indigenza diventasse un vero e proprio muro impenetrabile.
Questo è il paese dove qualche anno fa l’allora Ambasciatore Gerardo Garante mandò indietro una considerevole somma destinata dal governo nazionale per i nostri connazionali indigenti giustificando la restituzione dicendo che il consolato non era a conoscenza di casi di italiani in stato d’indigenza.
Sarebbe bastato che qualcuno facesse un giro nei vari “comedor popular” allestiti dall’associazionismo laico e cattolico per rendersi conto di persona di quanto grande fosse invece il bisogno di quei soldi sciaguratamente mandati indietro.
Con queste premesse è facile intuire come possa essere poca la fiducia di chi in stato di necessità resta in attesa di un aiuto che non arriva.
Ma tornando a noi ed al problema dei 500 mila euro non arrivati e ridimensionati in 80 mila in una breve riunione di qualche mese fa in Regione, destinati a stipulare polizze sanitarie per 80 casi di necessità e che rischiano anche questi di restare sulla carta per beghe burocratiche su chi li dovrà gestire.
Non si può più restare in silenzio aspettando che si consumi un altro abuso nei confronti di chi ha bisogno chiediamo uno scatto d’orgoglio da parte di tutta la collettività abruzzese e da chi la rappresenta nelle sue più alte cariche affinchè si metta fine a questa vergognosa diatriba che danneggia solo chi ha bisogno.
Siamo sicuri che alla fine ragionevolezza e buonsenso prevarranno su qualsiasi altro impedimento di tipo politico o amministrativo, ci auspichiamo che le associazioni si facciano protagoniste nell’individuazione dei casi più bisognosi di attenzione.

Gianfranco Di Giacomantonio Maracay – Venezuela

No hay comentarios.:

Publicar un comentario

Archivo del Blog