
Il 6 aprile del 2009, la notizia del terribile terremoto che ha causato 308 vittime all'Aquila e paesi limitrofi scuoteva nel più profondo dell'anima gli abruzzesi sparsi nel mondo, proprio mentre si accingevano a celebrare
E mentre in Abruzzo si cerca di riavviare il motore della vita, della speranza, della rinascita, con fatica, con stenti, soprattutto con tanta dignità e forza di volontà, dall'inizio dell'anno, altri tre terremoti hanno scosso l'umanità: Haiti, Cile e Messico. Tantissimi i morti e i feriti, tantissimi i senzatetto.
Tragedie che ci muovono alla pietà, alla comprensione dell'enormità di una tragedia che può colpire chiunque di noi, in qualsiasi paese del mondo e senza preavviso, che ci fanno riflettere sulla transitorietà del materialismo. Le lotte di potere, le diatribe politiche, la corsa al benessere, tutto perde significato. Ciò che conta alla fine é sempre e comunque l'essere. Ce lo ricorda
L'Aquila, una città antica ma giovane e ricca di cultura, cuore dell'Italia e della spiritualità, possa trarre la sua resurrezione dalla Pasqua, con lo stesso spirito di unione e fratellanza, con la stessa solidarietà che ha mosso migliaia di soccorritori da ogni parte d'Italia. Che soprattutto gli abruzzesi possano uniti nel dolore mantenere la comprensione del bisogno dell'altro e mano nella mano possano percorrere lo stesso cammino verso un futuro migliore.
Germana Pieri